
Roma, la Città Eterna, è famosa in tutto il mondo per i suoi monumenti, la sua storia millenaria e la sua cucina inconfondibile. Tuttavia, dietro le sue piazze affollate e i suoi vicoli pittoreschi si celano tradizioni popolari che spesso sfuggono anche ai viaggiatori più attenti. In questo articolo scopriremo 4 curiosità sulle tradizioni popolari romane che nessuno conosce, un viaggio sorprendente tra usanze, leggende e piccoli riti che ancora oggi danno colore alla vita della capitale.
La Pasquella: il Capodanno romano che non ti aspetti
Quando si pensa alle festività romane, vengono subito in mente il Natale e la Pasqua, ma pochi sanno che, fino al XIX secolo, il vero Capodanno romano si festeggiava il 1° marzo. Questa ricorrenza, chiamata “Pasquella”, affonda le sue radici nell’antico calendario romano, secondo il quale l’anno iniziava proprio con l’arrivo della primavera. Durante la Pasquella, gruppi di musicisti e cantori – i cosiddetti “pasquellari” – si muovevano di casa in casa intonando canti propiziatori e augurali, spesso accompagnati da strumenti tradizionali come la fisarmonica e il tamburello.
La tradizione voleva che i padroni di casa ricompensassero i pasquellari con uova, vino e dolci tipici, in segno di buon auspicio per il nuovo anno. Questo rito, oltre a rappresentare un momento di aggregazione e festa, aveva anche una funzione sociale importante: le offerte raccolte venivano spesso destinate alle famiglie più bisognose del quartiere. Sebbene oggi la Pasquella sia quasi scomparsa, in alcuni rioni storici si possono ancora trovare gruppi che mantengono viva questa antica usanza, offrendo ai viaggiatori un’occasione unica per scoprire la Roma più autentica.
Partecipare a una Pasquella significa immergersi in un’atmosfera d’altri tempi, fatta di musica, convivialità e solidarietà. Se capiti a Roma nei primi giorni di marzo, chiedi ai residenti più anziani: potrebbero indicarti dove assistere a questa celebrazione insolita, lontana dai circuiti turistici tradizionali.
Il mistero delle “Streghe di Piazza Navona”
Piazza Navona è uno dei luoghi più iconici di Roma, celebre per le sue fontane barocche e il vivace mercato natalizio. Tuttavia, pochi conoscono la leggenda delle “Streghe di Piazza Navona”, una tradizione popolare che affonda le sue radici nel folklore locale. Secondo la leggenda, durante la notte dell’Epifania, la piazza veniva invasa da misteriose figure femminili avvolte in mantelli scuri, le cosiddette streghe, che si aggiravano tra le bancarelle alla ricerca di bambini da spaventare.
Questa credenza popolare si mescola con la figura della Befana, la vecchina che, secondo la tradizione italiana, porta dolci e carbone ai bambini nella notte tra il 5 e il 6 gennaio. A differenza della Befana, però, le streghe di Piazza Navona erano viste come portatrici di sventura e venivano scacciate con rumori e cori improvvisati dagli abitanti del quartiere. Questo rito aveva lo scopo di allontanare le forze negative e propiziare un anno fortunato.
Ancora oggi, durante il mercato dell’Epifania, si possono trovare figuranti travestiti da Befana e, talvolta, da streghe, che animano la piazza con scherzi e racconti per i più piccoli. Partecipare a questa festa significa vivere un’esperienza unica, che unisce magia, superstizione e folklore in uno dei contesti più suggestivi della città.
Il “Cencio” di Trastevere: la bandiera che racconta il rione
Trastevere è uno dei quartieri più amati dai viaggiatori per la sua atmosfera bohémien e le sue trattorie tipiche, ma nasconde una tradizione poco conosciuta: quella del “Cencio”. Il Cencio è una bandiera di stoffa colorata che viene issata ogni anno durante la Festa de’ Noantri, una delle celebrazioni più sentite dagli abitanti del rione.
La Festa de’ Noantri si tiene a luglio in onore della Madonna del Carmine, patrona di Trastevere. Il momento più atteso è proprio l’alzabandiera del Cencio, che segna l’inizio ufficiale dei festeggiamenti. La bandiera, realizzata a mano ogni anno da un artigiano locale, raffigura simboli e colori legati alla storia del quartiere e viene custodita gelosamente dai “trasteverini” fino alla fine della festa.
Questa tradizione, tramandata di generazione in generazione, rappresenta l’orgoglio e il senso di appartenenza degli abitanti di Trastevere, che si riconoscono nel Cencio come in un vero e proprio emblema identitario. Per chi visita Roma in estate, assistere all’alzabandiera del Cencio è un’occasione imperdibile per entrare in contatto con la comunità locale e vivere la città da una prospettiva insolita e autentica.
La “Scampanata” di San Giovanni: quando le campane suonano per scacciare la paura
Tra le tradizioni popolari romane meno note ai viaggiatori c’è la “Scampanata” di San Giovanni, un rito che si svolgeva la notte tra il 23 e il 24 giugno nei pressi della Basilica di San Giovanni in Laterano. Secondo la credenza popolare, questa era la notte in cui le streghe si radunavano per compiere sortilegi e malefici, approfittando dell’oscurità e della complicità della luna piena.
Per proteggersi dalle streghe, i romani si radunavano davanti alla basilica e, allo scoccare della mezzanotte, iniziavano a suonare campanelli, pentole e qualsiasi oggetto rumoroso a disposizione, in una vera e propria “scampanata” collettiva. Il frastuono aveva lo scopo di spaventare e scacciare le presenze maligne, favorendo invece la buona sorte per l’anno a venire. La scampanata era anche un’occasione di festa, con balli, canti e banchetti improvvisati che animavano la piazza fino all’alba.
Oggi la scampanata è stata in gran parte dimenticata, ma alcune associazioni culturali cercano di riproporla per mantenere viva la memoria di questo rito unico. Se sei in viaggio a Roma a giugno, informati sugli eventi legati a San Giovanni: potresti avere la fortuna di assistere a una rievocazione storica, scoprendo così una delle tradizioni più misteriose e affascinanti della capitale.